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Spaghetti al ragu' di sarde

INGREDIENTI  (4 persone):

600 gr. di sarde deliscate e desquamate
2 cipolle scalogne
1 bustina di passoline e pinoli
3 spicchi d'aglio
olio q.b.
sale 
1/2 bicchiere di vino bianco
un pizzico di peperoncino
1 bottiglia di salsa
un mazzolino di finocchietto di montagna sbollentato
400 gr: di spaghetti 


PREPARAZIONE:

Metti l'olio nella padella e aggiungi la cipolla e l'aglio tritati, fai un leggero soffritto e versa le sarde ben lavate sale e peperoncino. con un cucchiaio di legno sminuzza le sarde e aggiungi il finocchietto sminuzzato, poi versa il vino e aggiungi passoline e pinoli. Di tanto in tanto mescola. infine aggiungi la salsa di pomodoro.
Che fare adesso? Cucina la pasta molto al dente  condisci col ragu' e se ti piace puoi aggiungere una manciata di pan grattato abbrustolito versala in un piatto piano e...............buon appetito!!!!

                                                                  by Lia

Tiramisù di Lia

Si ringrazia Lia L. che ha inviato la sua versione del tiramisù con una mail che giro ai lettori del blog:

INGREDIENTI: 1 pacco di savoiardi, 5 uova fresche, 2 caffettiere di caffe', 10 cucchiai di zucchero di canna, cacao amaro, 4 gocce  di rhum, 500g di mascarpone e una teglia media di alluminio

PREPARAZIONE: separare gli albumi dai tuorli e montarli a neve con uno sbattitore elettrico, in un contenitore mettere i 5 tuorli e aggiungere lo zucchero di canna  amalgamare con lo sbattitore elettrico, quando lo zucchero e' ben sciolto aggiungere il mascarpone,continuando a mescolare,infine mettere l'albume montato a neve cosi' da formare una crema densa.



In un piatto fondo versare il caffe' e 4 gocce di rhum, prendere i savoiardi inzupparli nel caffe' e sistemarli nella teglia, versare una parte della crema con l'aiuto di un cucchiaio e coprire con una spolverata di cacao amaro, ripetere l'operazione per il secondo strato ricoprire sempre con cacao e chiudere con un foglio di carta d'alluminio mettere nel freezer per almeno 24 ore. Scongelare, tagliare la porzione desiderata e mangiare con cautela per evitare un'abbuffata, vi garantisco la squisitezza.      
                                       
Un saluto da Lia.

Erba cipollina

L'erba cipollina è una pianta aromatica appartenente alla famiglia delle Liliaceae. Il suo nome scientifico, allium schoenoprasum trae, per la prima parte, la sua etimologia dalla lingua celtica in cui allium significava "bruciante", mentre per la seconda parte, dall'unione di due parole greche: skhoinos cioè “canne intrecciate o corde fatte di giunco”, e prasòn cioè “porro”. L'erba cipollina si distingue per il caratteristico delicato aroma di cipolla dovuto alla presenza di composti solforati.

Erba cipollina
In Italia, l'erba cipollina è considerata una pianta aromatica rara; la sua diffusione prevalente è legata alla zona alpina ed a quella degli Appennini del nord e può essere raccolta in ogni stagione dal momento dato che le sue foglie aghiformi ricrescono dopo ogni taglio; gli steli vanno recisi alla base lasciando qualche centimetro per la ricrescita e sono particolarmente aromatici se consumati freschi; perciò i cuochi più esigenti, la coltivano in vaso, e la sminuzzano, appena recisa, sulla pietanza da condire.
Le proprietà terapeutiche dell'erba cipollina sono molteplici: ricca di vitamine (vitamina A, tiamina (B1), riboflavina (B2), niacina e vitamina C e di sali minerali (calcio, fosforo, ferro, magnesio, sodio, potassio e zinco) è utilizzata come antiscorbutico, ha proprietà antisettiche, cardiotoniche, cicatrizzanti, vermifughe ed abbassa la glicemia.
In gastronomia, l'erba cipollina viene utilizzata per condire varie pietanze come ad esempio insalate, zuppe , piatti di pesce, formaggi morbidi, salse e crêpes, specialmente come sostitutivo della cipolla, ma anche a scopo decorativo, grazie alla sua forma filiforme ed elastica che si presta bene a legare fagottini o altre verdure.


Curry

L'origine della parola curry deriva dal tamil "cari" cioè salsa o zuppa. Successivamente, i colonizzatori inglesi utilizzarono il termine curry per indicare il mix di spezie anziché la pietanza con esso condita.
Nella cucina indiana, il curry viene denominato masala. Di masala, così come di curry, ne esistono innumerevoli varietà che si caratterizzano a seconda della loro composizione; possiamo dire che ogni famiglia indiana prepara il suo masala o curry particolare. Tra i masala più noti, il garam masala, il tandoori masala e il pav bhaj masala.

Curry verde
Il curry "classico" (ammesso che ne esista uno) è composto da  pepe nero, cumino, coriandolo, cannella, curcuma e anche chiodi di garofano, zenzero, noce moscata, fieno greco, peperoncino; ma esistono veramente tantissime varianti di curry classificabili in base agli ingredienti, alle proporzioni di essi, al colore della mistura, alla sua maggiore o minore piccantezza, etc: il green curry o kaeng khiao wan Thailandese, di colore verdastro contenente varietà orientali di basilico,  il kaeng kari o curry giallo, il kaeng phet o curry rosso, il curry diabolico in uso a Singapore e Malacca a base di noce indiana e galangal, il prik khing curry di tradizione cino-thailandese, il massaman curry o nam phrik kaeng massaman, il curry giapponese o karē. 

Curry rosso

Da studi scientifici è accertato che il curry possiede effetti benefici per la digestione e per il metabolismo, ha effetti antinfiammatori ed antiossidanti, giova ad alleviare i sintomi dell'artrite e dei reumatismi; è utile nel contrasto delle malattie cardiovascolari, dell'arteriosclerosi, delle malattie neurodegenerative e del diabete. Per non parlare, infine, delle qualità antitumorali, antibatteriche e di rafforzamento del sitema immunitario. Tutto ciò, grazie ad un ingrediente fondamentale del curry, la curcuma che contiene uno dei più potenti e benefici polifenoli conosciuti: il curcumino che conferisce al curry il particolare colore giallo ocra.

Curry giallo

Se non ci accontentiamo di un mix di spezie già pronto, possiamo preparare il nostro curry personalizzato, pestando la nostra mistura nel mortaio e soffriggendola bene, per qualche minuto in padella, avendo cura che non si bruci.
Il curry si rivela un ottimo condimento per: pasta, riso, zuppe, carne (pollo, tacchino, agnello, manzo), pesce (gamberetti, al salmone, alle acciughe), verdure, legumi, uova, tofu. Eccezionale anche il cioccolato aromatizzato al curry.

Fonduta Valdostana o Cacimperio

INGREDIENTI (per 6 persone): fontina valdostana (400 g.) - latte (0,15 lt.)- 4 tuorli - burro (80 g.) - due filoncini di pane francesino - noce moscata q. b.

PREPARAZIONE: tagliare a dadini la fontina dopo averla ripulita dalla crosta e ricoprirla di latte lasciando a riposo per un paio di ore.
Dopo aver sciolto il burro in una casseruola finchè non abbia preso colore aggiungiamo la fontina scolata insieme ad un paio di cucchiai di latte in cui era posta.
Mescolare continuamente con un cucchiaio di legno finchè la fontina non si sia sciolta del tutto evitando di fare bollire il formaggio.
Tolta la casseruola dal fuoco, aggiungere i tuorli uno per volta mescolando in maniera rapida per evitare che essi si rassodino e che la crema presenti granuli o fili ed infine rimettere la casseruola sul fuoco ancora per qualche minuto sempre mescolando per ottimizzare l'omogeneità della fonduta.
Possiamo aromatizzare con una grattugiata di noce moscata e finalmente servire insieme ai crostini di pane che abbiamo precedentemente tagliato a dadini ed infornato per qualche minuto a 200° avendo l'accortezza di rigirali frequentemente per evitare che si brucino.


Frutta di martorana

Storia
La frutta di "martorana", detta anche "pasta reale" o "marzapane", è un dolce tipicamente siciliano a base di pasta di mandorle, la cui origine risale al cognome della nobildonna Eloisa Martorana che alla fine del dodicesimo secolo fece costruire a Palermo un monastero benedettino adiacente alla chiesa di S. Maria dell'Ammiraglio o San Nicolò dei Greci, comunemente chiamata (anch'essa dal cognome del nobile casato) della Martorana. Le suore per festeggiare la ricorrenza di Ognissanti, preparavano dei dolcetti a base di pasta di mandorle che riproducevano la forma ed i colori vivaci della frutta. Successivamente, per la festa di Pasqua, furono realizzate delle pecorelle di martorana che ricordassero il sacrificio dell'Agnello Pasquale.
La pasta di mandorle fu detta anche "pasta reale" poichè particolarmente apprezzata nella mensa del re di Sicilia Ruggero II.
Il termine "marzapane" è, invece, di origine araba: il marzaban era un'unità di misura che indicava la capacità di un contenitore in legno utilizzato, tra l'altro, per spedire dolci realizzati con pasta di mandorle, provenienti dall'Armenia o da Cipro.

Ricetta

INGREDIENTI (per 1 kg di frutta di martorana): mandorle pelate (400 g.) - zuchero a velo ( 500 g. per l'impasto - 50 g. per la lavorazione) - 4 uova - succo di limone (4 cucchiai) - liquore dolce (4 cuchiaini) - essenza di mandorla ( poche gocce q.b.) - colori alimentari tipici dei frutti da realizzare.

PREPARAZIONE: frullare le mandorle insieme allo zucchero finchè non si ottenga una farina molto fine ed aggiungere quattro cucchiai di succo di limone filtrato, quattro cucchiaini di liquore dolce e qualce goccia di essenza di mandorle. Dopo aver separato gli albumi delle uova ed averli leggermente sbattuti, aggiungiamoli piano piano all'impasto continuando a mescolare finchè quest'ultimo non abbia raggiunto la consistenza tipica della pasta di mandorle. Per lavorare bene la pasta è importante utilizzare un piano di lavoro come una lastra di marmo cosparsa di zucchero a velo (utilizzare i 50 g. previsti a parte). Staccare dalla pasta dei pezzi di dimensioni adatte ad essere modellati secondo le forme dei frutti voluti e colorarli con i loro colori tipici completando con i piccioli (si possono utilizzate piccioli veri di mele o pere passati nello zucchero per facilitarne l'inserimento). I frutti così ottenuti, una volta asciutti, si conservano bene in scatole di latta.